Impianto elettrico a norma: i requisiti

Impianti elettrici

Quali sono i requisiti necessari per un impianto elettrico a norma: cosa prevede la normativa attualmente in vigore.

Un impianto elettrico viene considerato a norma di legge se viene certificato dalla dichiarazione di conformità, quale documento che attesta la messa in regola di un impianto da parte del professionista abilitato.

Un impianto elettrico a norma deve possedere alcune caratteristiche o meglio requisiti che bisogna rispettare. I requisiti degli impianti elettrici domestici sono piuttosto diversi rispetto ai principi regolatori che riguardano la messa in regola degli impianti installati negli ambienti lavorativi che invece risultano più stringenti e dettagliati.

Requisiti per un impianto a norma

I requisiti che deve possedere un impianto elettrico a norma sono i seguenti: messa a norma da parte di un’azienda registrata, salvavita, interruttori magnetotermici, impianti protetti, sezione cavi, suddivisione dell’impianto elettrico e messa a terra.

Partendo della messa a norma da parte di un’azienda registrata, è necessario il rilascio della Dichiarazione di Conformità che può essere redatto solo ed esclusivamente da personale regolarmente iscritto al registro delle imprese. Questo significa che qualunque intervento (manutenzione, modifica, installazione) svolto su un impianto elettrico deve essere necessariamente eseguito da un professionista: non possono essere considerati a norma di legge gli interventi “fai da te”.

Un altro importante fattore che distingue in impianto elettrico in regola da uno non a regola è il salvavita, quale interruttore differenziale che interrompe il flusso elettrico in caso di dispersione elettrica o folgorazione mettendo in sicurezza l’immobile.

Sicurezza degli impianti elettrici

La protezione degli impianti elettrici viene garantita da altri requisiti importanti quali gli interruttori magnetotermici che proteggono dalle conseguenze di un cortocircuito: ogni impianto deve essere installato evitando ogni tipo di contatto con le persone.

Gli altri requisiti per i quali si considera un impianto a norma riguardano il diametro dei cavi utilizzati, che dev’essere bilanciato sulla portata dell’impianto, la suddivisione dell’impianto in più parti per regolare l’afflusso di energia e la messa a terra, che consente la dispersione del flusso elettrico nel terreno.

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Simboli impianto elettrico, come leggerli: la lista completa

Simboli impianto elettrico

Sai come leggere i simboli presenti sull’impianto elettrico? No? Nessun problema. Ecco una pratica guida per tutti.

Ogni impianto elettrico viene realizzato seguendo attentamente delle regolamentazioni e delle istruzioni ben definite. Una di queste regole prevede l’inserimento di una serie di simboli, sigle e lettere che servono a riconoscere facilmente e intuitivamente le singole parti dell’impianto, le caratteristiche specifiche e altre importanti informazioni.

Saper riconoscere e leggere i simboli elettrici è indispensabile per qualunque operatore, ma può tornare molto utile anche ai singoli utenti, sia per le semplici installazioni di dispositivi elettronici e piccoli elettrodomestici che per spiegare o notificare un problema all’azienda manutentrice.

Nell’articolo di oggi abbiamo preparato la lista completa dei simboli e delle sigle contenute in un impianto elettrico a norma per aiutarti a fare pratica e imparare a leggerli con facilità.

Simbologia dell’impianto

Un impianto elettrico viene sempre realizzato a partire da uno schema semplificato che ne rappresenta i componenti, l’intensità di corrente e le loro forme d’onda. Lo schema viene disegnato proprio seguendo gli stessi simboli che verranno poi inseriti sui singoli elementi che compongono l’impianto. Tali simboli sono convenzionali per molti Paesi, così da facilitare lo scambio commerciale di prodotti tra diverse nazioni e riconoscere le diverse normative da rispettare.

Partiamo dai simboli più semplici ed essenziali:

  • gli interruttori vengono raffigurati con una linea interrotta, spezzata lungo un continuo, come una porta che si apre;
  • la resistenza è rappresentata da specie si serpentina;
  • la lampadina viene indicata con una X contenuta all’interno di un cerchio;
  • i fusibili sono simboleggiati da un cilindro allungato
  • il generatore è indicato con una G cerchiata
  • le luci sono disegnate con una forma ovale all’interno di una serpentina
  • il commutatore è raffigurato da un cerchio con frecce in su e in giù
  • infine, il collegamento a terra viene rappresentato da tre linee chiuse e una linea verticale

Colori e sigle

Il sistema di simboli non si ferma alle icone utilizzate per indicare i vari elementi del circuito. La colorazione dei cavi elettrici è anch’essa utilizzata per indicare gli specifici utilizzi di ciascun cavo. I cavi di colore blu, marrone e nero vengono solitamente utilizzati per il passaggio della corrente alimentatrice, mentre quelli di colore giallo-verde per la messa a terra.

Lettere e sigle sono anche utilizzate per indicare il voltaggio del circuito. La presenza di lettere L1 e N indica un circuito di 110 V, L1 più L2 una tensione di 240 V, mentre, se compaiono tutte e tre le linee, allora il circuito sarà compreso tra i 110 e i 240 V.

Per concludere, esistono anche altre sigle o diciture che rappresentano i controlli effettuati e le certificazioni ottenute, come, ad esempio, la certificazione ISO 9001 per le verifiche periodiche.

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Impianti elettrici di ultima generazione, cosa prevede la normativa CEI 64-8

Impianti Elettrici Ultima Generazione

La norma di riferimento per la realizzazione di impianti elettrici è la CEI 64-8: cosa prevede e quali sono i fattori da considerare.

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La Norma CEI 64-8 per impianti elettrici

La Norma CEI 64-8 per impianti elettrici precisa tutte le regole che devono essere seguite per la progettazione e realizzazione di un impianto elettrico e costituisce il riferimento normativo per eseguire impianti elettrici a regola d’arte.

Questa riguarda gli impianti elettrici con tensione nominale non superiore a 1.000 V in corrente alternata e 1.500 V in corrente continua, per cui riguarda sostanzialmente tutta l’impiantistica in bassa tensione delle abitazioni e delle industrie.

Gli impianti elettrici possono essere classificati in 3 diverse tipologia a seconda del tipo di finalità e di prestazione richiesta:

  • Livello 1 – BASE: vengono stabiliti gli standard qualitativi e quantitativi minimi
  • Livello 2 – STANDARD: è un impianto più versatile che permette un sistema di controllo tale da scollegare solo alcune zone senza dover staccare l’intero impianto
  • Livello 3 – DOMOTICA: riguarda tutti quei sistemi avanzati dal punto di vista tecnologico che permettono il controllo remoto dei dispositivi utilizzatori

Rispettare sempre le condizioni di sicurezza

Per realizzare impianti di ultima generazione, la normativa di riferimento prevede controlli e verifiche in grado di garantire il massimo della sicurezza. L’obiettivo principale è quello di ridurre il rischio di imprevisti in caso di guasto e facilitare tutte le operazioni di manutenzione, considerando le complicazioni che possono essere causate dall’ambiente esterno.

Considerare il dimensionamento

L’impianto elettrico deve essere dimensionato per sostenere una potenza minima di almeno 3 kW. Le abitazioni superiori a 75 mq devono invece essere progettate con un impianto elettrico con potenza minima di almeno 6 kW. Così nel caso in cui si dovessero manifestare richieste energetiche d’emergenza, non ci sarà bisogno di intervenire sull’impianto esistente, ma si avrà la situazione già predisposta.

Dispositivi di protezione

 La normativa sugli impianti prevede inoltre la presenza di almeno 2 interruttori differenziali così da dividere l’abitazione in almeno due circuiti differenti. Così è possibile evitare il black out completo dell’abitazione.

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Rifacimento impianto elettrico, tutto ciò che devi sapere

Rifacimento Impianto Elettrico

Quando e come procedere con il rifacimento dell’impianto elettrico: cosa dice la normativa. Tutto quello che devi sapere.

A seguito delle innovazioni tecnologiche nel settore e dell’introduzione di nuove normativa per la regolamentazione, molti degli impianti elettrici installati prima degli anni ’90 risultano obsoleti e necessitano di essere rinnovati.

Il rifacimento dell’impianto è un’operazione necessaria, per quanto onerosa, sia per garantire efficienza e funzionamento dell’impianto che per ragioni di sicurezza. La procedura deve essere affidata a dei professionisti iscritti all’albo, come lo staff tecnico di Caliaro Impianti, in grado di fornire la giusta assistenza anche per gli interventi murari richiesti dalle operazioni. Di seguito approfondiamo in breve come è cambiata la normativa di riferimento negli ultimi anni e di cosa si compone un impianto elettrico a norma.

La normativa di riferimento

Per la messa in sicurezza e il rifacimento degli impianti elettrici ci si attiene a quanto contenuto nella legge 46/90, che sancisce le regole da seguire per la corretta installazione di qualsiasi tipo di impianto, industriale e non. Tra le altre cose, la legge ha introdotto anche l’obbligo di farsi rilasciare un documento di certificazione per la messa in sicurezza, chiamato dichiarazione di conformità, di cui abbiamo già parlato in un precedente articolo.

Il Comitato Elettrotecnico Italiano ha inoltre emanato una norma a cui bisogna fare riferimento per l’installazione e il rifacimento di impianti elettrici civili. La norma CEI 64-8 impone l’obbligo di dotare l’impianto della messa a terra e di rispettare le prestazioni minime obbligatorie per il risparmio energetico. Perdipiù un impianto conforme alle normative deve possedere certo numero di componenti e requisiti specifici di cui parliamo qui sotto.

Componenti e struttura dell’impianto

Un impianto elettrico ha delle componenti e una struttura molto precise. Si differenzia per la distribuzione dei cavi, per la potenza massima raggiungibile nel circuito e per la disposizione dei punti luce. La componente centrale di un impianto è il contatore: un dispositivo che permette di distribuire energia elettrica e al contempo contabilizzare i consumi.  Da esso si diramano i cavi che distribuiscono l’energia all’interno dell’edifico o dell’abitazione.

I cavi conduttori che alimentano i punti luce e le prese sono distinguibili in tre tipi: un tipo viene utilizzato per la fase di corrente e ha una colorazione variabile, un altro – blu – viene utilizzato per il neutro mentre quello giallo-verde viene usato per la messa a terra. Infine, anche per i punti luce esiste una precisa regolamentazione che definisce l’utilizzo di prese specifiche per ogni utilizzo: elettrodomestici, TV, prese per la cucina, e così via.

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Impianti elettrici speciali, cosa sono e perché utilizzarli

Impianti Elettrici Speciali

Cosa sono gli impianti elettrici speciali, come funzionano e quali sono quelli più diffusi. Una pratica guida per tutti.

Per impianto elettrico speciale si intende l’insieme di tecnologie e sistemi che, all’interno di un’abitazione, svolgono precise funzioni di sicurezza, comunicazione, supervisione e controllo. A prescindere dallo specifico ambito, il compito di questi impianti è quello di rilevare quando si presenta una qualsiasi anomalia come un’intrusione, un incendio, una fuga di gas o un allagamento. L’obiettivo di tali impianti è riuscire a notificare tempestivamente il proprietario riguardo a condizioni di pericolo per intervenire e contrastarle nel momento in cui si presentano. Nell’articolo di oggi parliamo delle principali tipologie di impianti elettrici speciali e della loro utilità in casa.

Impianti antintrusione e di videosorveglianza

Tra gli impianti di sicurezza, i più diffusi e conosciuti sono gli impianti antintrusione e di videosorveglianza. Svolgono funzioni molto simili, essendo in grado di monitorare ingressi e spazi per prevenire o contrastare intrusioni e furti, sebbene si basino su funzionamenti diversi.

Gli impianti antintrusione si basano su degli allarmi cablati o via radio che permettono di sapere sempre quando viene violato lo spazio che si vuole proteggere. Gli allarmi possono avere protezioni volumetriche interne o perimetrali esterne e possono inoltre essere controllati da remoto per evitare falsi allarmi.

Gli impianti di videosorveglianza, invece, permettono di visionare in tempo reale gli esterni o qualsiasi locale di casa. Sono in grado di registrare ciò che riprendono, rilevare movimenti insoliti nelle inquadrature e possono anch’essi essere dotati di tecnologie per i controlli da remoto.

Altre tipologie di impianti speciali

Esistono molte tipologie di impianti speciali, oltre a quelli di antintrusione e videosorveglianza. In particolare, parliamo di impianti di controllo degli accessi, di rilevamento incendi e antiallagamento.

Gli impianti di controllo degli accessi sono più utilizzati per edifici industriali o in generale per qualsiasi attività che necessiti di controllare e regolare gli ingressi e le uscite di una determinata area. Permettono di registrare l’identità di chi accede e le fasce di orario in cui entra ed esce tramite la semplice lettura di un badge o di un tag, o attraverso l’uso di un terminale biometrico o un’installazione di lettura targhe.

Gli impianti di rilevazione incendi e gli impianti antiallagamento fanno esattamente ciò che suggeriscono. I primi sono in grado di rilevare e segnalare la presenza di un principio di incendio, basandosi sulla presenza di particelle di fumo nell’aria; i secondi sono invece dotati di sensori in grado di rilevare le perdite di acqua.

Installare degli impianti elettrici speciali garantisce una maggior sicurezza e preparazione in caso di anomalie o incidenti domestici. Contatta subito Caliaro Impianti per la progettazione dei tuoi impianti di sicurezza.

Quanto deve essere potente il proprio impianto fotovoltaico domestico?

Impianto Fotovoltaico Domestico

L’impianto fotovoltaico domestico ideale è quello in grado di portare nel minor tempo possibile il maggiore grado di indipendenza dal GSE: ma quanto deve essere potente?

Per sfruttare al meglio il proprio impianto fotovoltaico domestico bisogna studiarne correttamente il posizionamento, ma soprattutto, dimensioni e potenza. Non esistono pannelli fotovoltaici dalle dimensioni universali, che possano andare bene per tutti. Ogni abitazione necessita di una progettazione personalizzata che si basa su orientamento della casa, esposizione ai raggi solari durante la giornata, consumo medio e proporzioni dell’impianto.

L’impianto ideale è quello che ti porta a raggiungere nel minor tempo possibile il più alto grado di indipendenza dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE). Per raggiungere tale autonomia è fondamentale installare un impianto per la produzione di energia elettrica della giusta misura. Da un punto di vista tecnico le dimensioni pannelli fotovoltaici sono abbastanza standard: un modulo policristallino misura circa 1,64 x 0,99 m e ha una potenza media di 250 W. Quello che cambia è la quantità di energia che uno o più pannelli, messi insieme, possono produrre, ovvero la potenza. Vediamo insieme a quali aspetta conviene fare attenzione per la scelta del proprio impianto fotovoltaico e qual è la potenza teorica ottenibile da un impianto per una famiglia di 3-4 persone.

Come sapere quanta energia si consuma in casa?

Conoscere quanta energia consumi solitamente per la tua casa può tornarti utile per calcolare di quanti pannelli fotovoltaici hai bisogno e che dimensioni dovrà avere il tuo impianto. Sulle bollette che ti arrivano ogni bimestre è indicato il consumo medio annuo in kWh. Basandoti su questo dato avrai un’idea indicativa di quanta energia hai bisogno ogni anno per alimentare la tua abitazione.

È importante assicurarsi di installare pannelli fotovoltaici delle giuste dimensioni per ottimizzarne l’utilizzo e ottenere l’indipendenza energetica. Un impianto sottodimensionato potrebbe non essere sufficiente per sopperire ai carichi domestici mentre uno sovradimensionato potrebbe rivelarsi un costo, più che un investimento. Acquistare tanti pannelli vuol dire aumentare di molto la spesa iniziale con il rischio di sprecare gran parte dell’energia prodotta, a meno che si installino anche delle batterie di accumulo per immagazzinare l’energia in eccesso.

Le dimensioni corrette per un impianto residenziale

L’aiuto di personale qualificato è indispensabile per capire effettivamente di quanti pannelli hai bisogno per soddisfare il fabbisogno energetico di casa tua. Nel calcolo della taglia più adatta concorrono una serie di aspetti aspetti tecnici e architettonici, ma anche abitudini di consumo, quantità e tipo di elettrodomestici presenti in casa, esposizione ai raggi solari duranti la giornata e altri aspetti specifici dell’ambiente circostante.

Solitamente, un impianto fotovoltaico da 3 kWp, la potenza massima teorica producibile dall’impianto, è in grado di soddisfare le esigenze energetiche di una famiglia media, composta da 3-4 persone, che consuma in un anno circa 3.000 kWh di elettricità. Per farsi un’idea, un impianto di questo tipo viene realizzato di norma con 12 pannelli fotovoltaici di dimensioni standard, per un’estensione di circa 20 m2 sul tetto di casa.

Per risolvere qualsiasi tuo dubbio riguardo all’installazione del tuo personale impianto fotovoltaico contatta Caliaro Impianti! I nostri tecnici sono a tua disposizione per la progettazione di un impianto ottimizzato e su misura per la tua abitazione.

Dichiarazione di conformità impianto elettrico, tutto ciò che devi sapere

Dichiarazione conformità impianti elettrici

La dichiarazione di conformità dell’impianto elettrico è stata introdotta con l’entrata in vigore della legge 46 del 1990.

Con il passare del tempo, anche gli impianti elettrici tendono a deteriorarsi e a non funzionare in modo ottimale come all’inizio. Non si tratta solamente di una diminuzione del rendimento, bensì di un rischio crescente di sgradevoli incidenti domestici o danneggiamenti. Per evitare possibili problemi legati alla sicurezza e susseguenti spese in denaro per le riparazioni, è stato introdotto un documento ufficiale redigibile da pubbliche autorità, che attesta la conformità dell’impianto elettrico ai sensi di legge: la dichiarazione di conformità.

Questo certificato viene rilasciato dalla ditta che ha realizzato l’impianto. Nel modulo standard da compilare devono essere inseriti una serie di dati e informazioni, tra cui i dati del proprietario dell’immobile, i dati dell’impresa committente, il tipo d’impianto realizzato, i dati del tecnico responsabile della corretta esecuzione dell’impianto in corrispondenza alle normative vigenti, i dati sull’ubicazione dell’impianto ed i materiali utilizzati per la sua realizzazione. Vediamo di seguito in cosa consiste una dichiarazione di conformità e quali sono le modalità di redazione della stessa.

Quando nasce l’obbligo della dichiarazione di conformità

La dichiarazione di conformità dell’impianto elettrico è stata introdotta con l’entrata in vigore della legge 46 del 1990. Ad oggi questa norma è già stata sostituita dalla legge 37 del 22 gennaio 2008 e dalle successive modifiche contenute nel decreto del 19 maggio 2010. L’obiettivo principale per cui è stato inserito l’obbligo di rilascio della dichiarazione di conformità è quello di rendere gli impianti più sicuri, così da ridurre il numero di incidenti domestici provocati dal cattivo funzionamento degli stessi.

La nuova legge ha introdotto anche la dichiarazione di rispondenza per regolamentare tutti gli impianti elettrici realizzati antecedentemente al 1990. La dichiarazione di conformità non è obbligatoria solamente per gli impianti elettrici, bensì, come indicato nella gazzetta ufficiale, anche per tutti gli impianti del gas, gli impianti di climatizzazione e di riscaldamento, gli impianti idraulici, gli impianti radiotelevisivi, gli impianti a protezione delle scariche elettriche, gli impianti degli ascensori e gli impianti antincendio. Il certificato va nuovamente redatto tutte le volte che si effettuano interventi di realizzazione, manutenzione o rifacimento del proprio impianto elettrico.

Le modalità di redazione

La dichiarazione di conformità deve essere redatta in triplice copia, di cui: una da rilasciare al proprietario dell’immobile; una da consegnare allo Sportello Unico dell’Edilizia del Comune competente e un’ultima copia da lasciare all’impresa che ha effettuato il lavoro. Tutte le copie devono essere debitamente timbrate e firmate dalla ditta incaricata dei lavori, che in caso di inadempienze rischia sanzioni amministrative tra i mille e i diecimila euro.

Lo Sportello Unico dell’Edilizia del Comune in cui ha sede l’immobile oggetto dell’intervento provvede anche ad inoltrare una copia della certificazione alla sede della Camera di Commercio competente in cui risulta essere iscritta l’impresa che ha eseguito i lavori, così da verificare la veridicità delle informazioni contenute nella dichiarazione, che viene poi archiviata.

Per la realizzazione, manutenzione o rifacimento del tuo impianto elettrico affidati ad operatori specializzati e competenti, in grado di ottimizzare il rendimento del tuo impianto prestando attenzione a tutti i passaggi necessari per garantire sicurezza ed affidabilità!

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