Impianto elettrico industriale, quali sono le norme

impianti elettrico industriale

Una corretta progettazione di un impianto elettrico industriale deve avere alle spalle personale esperto e seguire norme specifiche.

Un impianto elettrico industriale deve garantire massima sicurezza e durare nel tempo.

Nell’articolo di oggi, Caliaro Impianti ci parlerà di tutto ciò che occorre sapere su questo tipo di impianti. .

Cos’è l’impianto elettrico industriale

Un impianto elettrico industriale è l’insieme di tutti quelli elementi che garantiscono la giusta potenza ed energia a tutti i macchinari industriali. Di solito questi macchinari lavorano in modo continuo, senza mai fermarsi. Per questo, bisogna porre ancora più attenzione agli impianti, per garantire la sicurezza di persone e ambienti.

Per questo motivo, la progettazione e l’installazione di un impianto elettrico industriale deve essere affidata ad esperti in grado di garantire che proceda tutto secondo norme specifiche, Dall’installazione alla manutenzione, tutto deve essere eseguito a regola d’arte.

La normativa

Per quanto riguarda gli impianti per le industrie, tutti i professionisti seguono le linee guida definite nella Norma CEI 64-8. Queste norme regolano le procedure specifiche mirate al risparmio energetico e al miglioramento dell’efficienza.

Sempre la norma CEI 64-8 stabilisce che devono sempre essere presenti gli interruttori differenziali, che consentono di interrompere il flusso elettrico in caso di guasto. Per quanto riguarda la messa a terra, invece, deve essere collegata a parti metalliche di un impianto con dei conduttori di protezione.

Le altre norme che interessano gli impianti elettrici industriali sono:

  • Legge 186/68 secondo la quale tutti i dispositivi, materiali e componenti elettrici ed elettronici devono essere realizzati a regola d’arte nel pieno e totale rispetto della sicurezza del lavoratore. Secondo la normativa, l’impianto viene verificato da organismi esterni non vincolati al costruttore, esecutore e committente del lavoro.
  • DL 81/08 che determina le norme da attuare per il rispetto di tutte le norme di sicurezza sul lavoro.
  • DL 37/08 che elenca una serie di norme per la sicurezza degli impianti.
  • Legge 791/77 definisce tutte le responsabilità e norme che deve seguire il costruttore per avere tutto l’impianto in regola.
  • DPR 462/02 secondo il quale, lungo il corso della vita dell’impianto si avranno delle periodiche verifiche ogni 2/5 anni, per mantenere un alto livello di sicurezza ed il corretto funzionamento di tutte le componentistiche.

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Ogni quanto rifare l’impianto elettrico di casa?

Impianto elettrico Casa

In questo approfondimento ci soffermeremo sulla manutenzione dell’impianto elettrico di casa e vedremo quando è necessario procedere con la sostituzione.

L’impianto elettrico presente in ognuna in ogni abitazione permette di godere ogni giorno di moltissimi confort e di utilizzare luci ed elettrodomestici vari. Avere un impianto elettrico in buone condizioni è sempre più importante vista la mole di lavoro sempre crescente richiesta per assecondare le abitudini casalinghe. Ma ogni quanto bisogna rifare l’impianto elettrico di casa? Proviamo a dare una risposta a questa domanda.

La manutenzione dell’impianto elettrico

La sicurezza dell’impianto elettrico non va garantita solo al momento della sua installazione, ma occorre accertarsi costantemente dello stato dell’impianto, se ci sono delle parti usurate o danneggiate che richiedono una sostituzione immediata.

È necessario anche eseguire dei controlli periodici, così da ridurre eventuali rischi per la sicurezza.

Ci sono diversi segnali che indicano che l’impianto elettrico è usurato o danneggiato. In primo luogo dai cali improvvisi di tensione. Se il contatore salta bruscamente o usando un elettrodomestico si avverte uno sgradevole odore di plastica, ci potrebbe essere qualche problema legato all’impianto elettrico. Si ha la presenza di un impianto elettrico gravemente danneggiato nel momento in cui vi è la comparsa di scintille durante l’utilizzo di apparecchi domestici.

Ogni quanto rifare l’impianto elettrico di casa

Dopo 15/20 anni dalla realizzazione dell’impianto è bene eseguire lavori di manutenzione o, in caso di guasti o scarsa sicurezza, rifare l’intero impianto. Anche dopo la realizzazione del nuovo impianto sarà comunque necessario continuare con la manutenzione ordinaria, fondamentale per la sicurezza domestica.

In cosa consistono i lavori

A differenza della manutenzione, che prevede interventi per ottimizzare o mantenere efficiente un impianto (come la sostituzione di cavi mediante l’utilizzo delle stesse canaline oppure la sostituzione degli interruttori), rifare l’impianto elettrico consiste nella sostituzione totale dell’intero impianto.

Come prima operazione è necessario rimuovere il vecchio impianto elettrico, formato da tubi, cavi, quadri elettrici e cassette di derivazione. Successivamente si installano le nuove componenti a norma di legge.

È opportuno precisare che spesso serve rifare le tracce nei muri per poter posizionare il nuovo impianto, quindi sarà necessario affrontare anche delle opere murarie.

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Impianto elettrico a vista, come si realizza e cosa prevede la normativa vigente

Impianto Elettrico a Vista

Cos’è un impianto elettrico a vista, come si realizza e cosa prevede la normativa attualmente in vigore. Tutto quello che devi sapere.

Un impianto elettrico a vista è un tipo di dispositivo collocato esternamente alle pareti, dunque visibile. Come è possibile dedurre dal nome, il vantaggio di questo tipo di impianto è quello di non richiedere alcuna opera di scasso sulle pareti, soffitti o muri, garantendo allo stesso modo la massima efficienza e sicurezza.

Si tratta di un tipo di impianto molto gettonato tra i giovani, soprattutto perché unisce il design e l’estetica, alla funzionalitá e al risparmio. Piú specificamente l’impianto elettrico a vista presenta anche una facile manutenzione e conseguente modifica e sostituzione grazie alla presenza di canalette esterne e accessori di giunzione collocati direttamente in placche esterne.

Come scritto, l’impianto elettrico a vista non richiede opere edili divenendo a tal proposito la soluzione ideale per immobili sottoposti a tutela diretta o vincolati e prevedendo un’installazione rapida e veloce a costi ridotti.

Come si realizza

La progettazione e la realizzazione di un impianto elettrico a vista comprende l’esecuzione di alcuni passaggi fondamentali:

  • Redigere uno schema d’impianto per valutare al meglio il posizionamento di prese, luci ed interruttori;
  • Installazione delle varie componenti;
  • Disposizione di cavi lungo le pareti e soffitti.

La normativa

A livello normativo, l’impianto a vista richiede le medesime accortezze dell’impianto tradizionale: saranno tecnici autorizzati a fornire la certificazione dell’impianto garantendo gli standard di sicurezza previsti dalla legge, a seguito dell’installazione e della manutenzione.

Le norme che conferiscono sicurezza ed efficienza ad un impianto elettrico a vista sono la Norma CEI 64/08 (definisce i requisiti per la realizzazione e la progettazione degli impianti), la Legge n.186 del 1º marzo 1968 (fornisce le disposizioni per la produzione di macchinari, materiali ed impianti elettrici ed elettronici), la Legge n.46 del 5 marzo 1990 (attesta i requisiti per la sicurezza) e ed il DM n.37 dell’11 gennaio 2008 (fornisce l’obbligo di progettazione dell’impianto elettrico nelle opere di ampliamento, trasformazione ed installazione).

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Dichiarazione di Rispondenza impianto elettrico: cos’è e a cosa serve

Dichiarazione rispondenza impianto elettrico

La Dichiarazione di Rispondenza (DiRi) è un documento che attesta che un impianto elettrico venga progettato e realizzato a norma.

La Dichiarazione di Rispondenza di un impianto elettrico è ritenuto un testo sostitutivo della Dichiarazione di Conformità: il DiRi è infatti un requisito fondamentale in mancanza della Dichiarazione di Conformità volto a tutti i tipi di impianti ad uso civili o destinati ad attività commerciali e relative al settore terziario.

Nello specifico, necessitano della Dichiarazione di Rispondenza gli impianti elettrici, gli impianti di protezione antincendio, gli impianti di distribuzione gas, gli impianti idraulici e gli impianti di climatizzazione.

Differenza tra la Dichiarazione di Conformità e la Dichiarazione di Rispondenza di un impianto elettrico

La Dichiarazione di Conformità per gli impianti elettrici viene rilasciata alla fine dei lavori, direttamente dall’impresa che ha installato i dispositivi, come garanzia del fatto che lo stesso impianto è stato realizzato seguendo regole tecniche ed è dunque a norma. I lavori che necessitano di una DiCo per l’impianto elettrico sono: l’installazione di un nuovo impianto elettrico, il suo rifacimento e la manutenzione straordinaria dell’impianto esistente.

Diversamente dalla Dichiarazione di Conformità, la Dichiarazione di Rispondenza per un impianto elettrico viene rilasciata dall’installatore e può essere prodotta per impianti installati fino al 28/03/2008.

Caratteristiche della DiRi

La Dichiarazione di Rispondenza viene solitamente preceduta da un sopralluogo che verifica lo stato degli impianti e dallo studio di una documentazione pregressa, qualora fosse disponibile. Quest’ultima viene utilizzata dal tecnico professionista che dovrà però accertare la correttezza delle informazioni che vi sono contenute. Oltre alla verifica, il certificatore deve classificare gli impianti in base ai rischi questo perché la Dichiarazione di Rispondenza non viene rilasciata agli impianti che non presentano i requisiti essenziali di sicurezza.

La DiRi viene compilata inserendo una serie di scritti e documenti quali: lo schema dell’impianto elettrico, la planimetria dell’immobile che lo ospita, la relazione di verifica dell’impianto, l’identificazione e abilitazione del professionista che redige la DiRi e la stessa validazione con timbro da parte del professionista.

La Dichiarazione di Rispondenza per l’impianto elettrico viene solitamente prodotta in duplice copia, consegnandone una direttamente al committente e depositata dallo stesso professionista al Comune di riferimento.

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Impianto elettrico a norma: i requisiti

Impianti elettrici

Quali sono i requisiti necessari per un impianto elettrico a norma: cosa prevede la normativa attualmente in vigore.

Un impianto elettrico viene considerato a norma di legge se viene certificato dalla dichiarazione di conformità, quale documento che attesta la messa in regola di un impianto da parte del professionista abilitato.

Un impianto elettrico a norma deve possedere alcune caratteristiche o meglio requisiti che bisogna rispettare. I requisiti degli impianti elettrici domestici sono piuttosto diversi rispetto ai principi regolatori che riguardano la messa in regola degli impianti installati negli ambienti lavorativi che invece risultano più stringenti e dettagliati.

Requisiti per un impianto a norma

I requisiti che deve possedere un impianto elettrico a norma sono i seguenti: messa a norma da parte di un’azienda registrata, salvavita, interruttori magnetotermici, impianti protetti, sezione cavi, suddivisione dell’impianto elettrico e messa a terra.

Partendo della messa a norma da parte di un’azienda registrata, è necessario il rilascio della Dichiarazione di Conformità che può essere redatto solo ed esclusivamente da personale regolarmente iscritto al registro delle imprese. Questo significa che qualunque intervento (manutenzione, modifica, installazione) svolto su un impianto elettrico deve essere necessariamente eseguito da un professionista: non possono essere considerati a norma di legge gli interventi “fai da te”.

Un altro importante fattore che distingue in impianto elettrico in regola da uno non a regola è il salvavita, quale interruttore differenziale che interrompe il flusso elettrico in caso di dispersione elettrica o folgorazione mettendo in sicurezza l’immobile.

Sicurezza degli impianti elettrici

La protezione degli impianti elettrici viene garantita da altri requisiti importanti quali gli interruttori magnetotermici che proteggono dalle conseguenze di un cortocircuito: ogni impianto deve essere installato evitando ogni tipo di contatto con le persone.

Gli altri requisiti per i quali si considera un impianto a norma riguardano il diametro dei cavi utilizzati, che dev’essere bilanciato sulla portata dell’impianto, la suddivisione dell’impianto in più parti per regolare l’afflusso di energia e la messa a terra, che consente la dispersione del flusso elettrico nel terreno.

Per ricevere ulteriori informazioni riguardo la normativa degli impianti elettrici, contatta Caliaro Impianti!

Simboli impianto elettrico, come leggerli: la lista completa

Simboli impianto elettrico

Sai come leggere i simboli presenti sull’impianto elettrico? No? Nessun problema. Ecco una pratica guida per tutti.

Ogni impianto elettrico viene realizzato seguendo attentamente delle regolamentazioni e delle istruzioni ben definite. Una di queste regole prevede l’inserimento di una serie di simboli, sigle e lettere che servono a riconoscere facilmente e intuitivamente le singole parti dell’impianto, le caratteristiche specifiche e altre importanti informazioni.

Saper riconoscere e leggere i simboli elettrici è indispensabile per qualunque operatore, ma può tornare molto utile anche ai singoli utenti, sia per le semplici installazioni di dispositivi elettronici e piccoli elettrodomestici che per spiegare o notificare un problema all’azienda manutentrice.

Nell’articolo di oggi abbiamo preparato la lista completa dei simboli e delle sigle contenute in un impianto elettrico a norma per aiutarti a fare pratica e imparare a leggerli con facilità.

Simbologia dell’impianto

Un impianto elettrico viene sempre realizzato a partire da uno schema semplificato che ne rappresenta i componenti, l’intensità di corrente e le loro forme d’onda. Lo schema viene disegnato proprio seguendo gli stessi simboli che verranno poi inseriti sui singoli elementi che compongono l’impianto. Tali simboli sono convenzionali per molti Paesi, così da facilitare lo scambio commerciale di prodotti tra diverse nazioni e riconoscere le diverse normative da rispettare.

Partiamo dai simboli più semplici ed essenziali:

  • gli interruttori vengono raffigurati con una linea interrotta, spezzata lungo un continuo, come una porta che si apre;
  • la resistenza è rappresentata da specie si serpentina;
  • la lampadina viene indicata con una X contenuta all’interno di un cerchio;
  • i fusibili sono simboleggiati da un cilindro allungato
  • il generatore è indicato con una G cerchiata
  • le luci sono disegnate con una forma ovale all’interno di una serpentina
  • il commutatore è raffigurato da un cerchio con frecce in su e in giù
  • infine, il collegamento a terra viene rappresentato da tre linee chiuse e una linea verticale

Colori e sigle

Il sistema di simboli non si ferma alle icone utilizzate per indicare i vari elementi del circuito. La colorazione dei cavi elettrici è anch’essa utilizzata per indicare gli specifici utilizzi di ciascun cavo. I cavi di colore blu, marrone e nero vengono solitamente utilizzati per il passaggio della corrente alimentatrice, mentre quelli di colore giallo-verde per la messa a terra.

Lettere e sigle sono anche utilizzate per indicare il voltaggio del circuito. La presenza di lettere L1 e N indica un circuito di 110 V, L1 più L2 una tensione di 240 V, mentre, se compaiono tutte e tre le linee, allora il circuito sarà compreso tra i 110 e i 240 V.

Per concludere, esistono anche altre sigle o diciture che rappresentano i controlli effettuati e le certificazioni ottenute, come, ad esempio, la certificazione ISO 9001 per le verifiche periodiche.

Per saperne di più su impianti elettrici e regolamentazioni o per richiedere un preventivo sull’installazione o la manutenzione del tuo impianto elettrico contatta subito Caliaro Impianti! Il nostro staff tecnico è a tua disposizione.

Impianti elettrici di ultima generazione, cosa prevede la normativa CEI 64-8

Impianti Elettrici Ultima Generazione

La norma di riferimento per la realizzazione di impianti elettrici è la CEI 64-8: cosa prevede e quali sono i fattori da considerare.

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La Norma CEI 64-8 per impianti elettrici

La Norma CEI 64-8 per impianti elettrici precisa tutte le regole che devono essere seguite per la progettazione e realizzazione di un impianto elettrico e costituisce il riferimento normativo per eseguire impianti elettrici a regola d’arte.

Questa riguarda gli impianti elettrici con tensione nominale non superiore a 1.000 V in corrente alternata e 1.500 V in corrente continua, per cui riguarda sostanzialmente tutta l’impiantistica in bassa tensione delle abitazioni e delle industrie.

Gli impianti elettrici possono essere classificati in 3 diverse tipologia a seconda del tipo di finalità e di prestazione richiesta:

  • Livello 1 – BASE: vengono stabiliti gli standard qualitativi e quantitativi minimi
  • Livello 2 – STANDARD: è un impianto più versatile che permette un sistema di controllo tale da scollegare solo alcune zone senza dover staccare l’intero impianto
  • Livello 3 – DOMOTICA: riguarda tutti quei sistemi avanzati dal punto di vista tecnologico che permettono il controllo remoto dei dispositivi utilizzatori

Rispettare sempre le condizioni di sicurezza

Per realizzare impianti di ultima generazione, la normativa di riferimento prevede controlli e verifiche in grado di garantire il massimo della sicurezza. L’obiettivo principale è quello di ridurre il rischio di imprevisti in caso di guasto e facilitare tutte le operazioni di manutenzione, considerando le complicazioni che possono essere causate dall’ambiente esterno.

Considerare il dimensionamento

L’impianto elettrico deve essere dimensionato per sostenere una potenza minima di almeno 3 kW. Le abitazioni superiori a 75 mq devono invece essere progettate con un impianto elettrico con potenza minima di almeno 6 kW. Così nel caso in cui si dovessero manifestare richieste energetiche d’emergenza, non ci sarà bisogno di intervenire sull’impianto esistente, ma si avrà la situazione già predisposta.

Dispositivi di protezione

 La normativa sugli impianti prevede inoltre la presenza di almeno 2 interruttori differenziali così da dividere l’abitazione in almeno due circuiti differenti. Così è possibile evitare il black out completo dell’abitazione.

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