La dichiarazione di conformità dell’impianto elettrico è stata introdotta con l’entrata in vigore della legge 46 del 1990.
Con il passare del tempo, anche gli impianti elettrici tendono a deteriorarsi e a non funzionare in modo ottimale come all’inizio. Non si tratta solamente di una diminuzione del rendimento, bensì di un rischio crescente di sgradevoli incidenti domestici o danneggiamenti. Per evitare possibili problemi legati alla sicurezza e susseguenti spese in denaro per le riparazioni, è stato introdotto un documento ufficiale redigibile da pubbliche autorità, che attesta la conformità dell’impianto elettrico ai sensi di legge: la dichiarazione di conformità.
Questo certificato viene rilasciato dalla ditta che ha realizzato l’impianto. Nel modulo standard da compilare devono essere inseriti una serie di dati e informazioni, tra cui i dati del proprietario dell’immobile, i dati dell’impresa committente, il tipo d’impianto realizzato, i dati del tecnico responsabile della corretta esecuzione dell’impianto in corrispondenza alle normative vigenti, i dati sull’ubicazione dell’impianto ed i materiali utilizzati per la sua realizzazione. Vediamo di seguito in cosa consiste una dichiarazione di conformità e quali sono le modalità di redazione della stessa.
Quando nasce l’obbligo della dichiarazione di conformità
La dichiarazione di conformità dell’impianto elettrico è stata introdotta con l’entrata in vigore della legge 46 del 1990. Ad oggi questa norma è già stata sostituita dalla legge 37 del 22 gennaio 2008 e dalle successive modifiche contenute nel decreto del 19 maggio 2010. L’obiettivo principale per cui è stato inserito l’obbligo di rilascio della dichiarazione di conformità è quello di rendere gli impianti più sicuri, così da ridurre il numero di incidenti domestici provocati dal cattivo funzionamento degli stessi.
La nuova legge ha introdotto anche la dichiarazione di rispondenza per regolamentare tutti gli impianti elettrici realizzati antecedentemente al 1990. La dichiarazione di conformità non è obbligatoria solamente per gli impianti elettrici, bensì, come indicato nella gazzetta ufficiale, anche per tutti gli impianti del gas, gli impianti di climatizzazione e di riscaldamento, gli impianti idraulici, gli impianti radiotelevisivi, gli impianti a protezione delle scariche elettriche, gli impianti degli ascensori e gli impianti antincendio. Il certificato va nuovamente redatto tutte le volte che si effettuano interventi di realizzazione, manutenzione o rifacimento del proprio impianto elettrico.
Le modalità di redazione
La dichiarazione di conformità deve essere redatta in triplice copia, di cui: una da rilasciare al proprietario dell’immobile; una da consegnare allo Sportello Unico dell’Edilizia del Comune competente e un’ultima copia da lasciare all’impresa che ha effettuato il lavoro. Tutte le copie devono essere debitamente timbrate e firmate dalla ditta incaricata dei lavori, che in caso di inadempienze rischia sanzioni amministrative tra i mille e i diecimila euro.
Lo Sportello Unico dell’Edilizia del Comune in cui ha sede l’immobile oggetto dell’intervento provvede anche ad inoltrare una copia della certificazione alla sede della Camera di Commercio competente in cui risulta essere iscritta l’impresa che ha eseguito i lavori, così da verificare la veridicità delle informazioni contenute nella dichiarazione, che viene poi archiviata.